La mattina del giorno seguente, Sara fu svegliata dal ticchettio della pioggia sul tetto e dal forte rumore del freddo vento che soffiava impetuoso; si alzò felice perché si sarebbe recata a casa di Gloria per trascorrere con lei l’intero pomeriggio; così corse a vestirsi e dopo aver sorseggiato un caldo tè e qualche biscottino alla vaniglia, salutò la sua mamma e si avviò verso la casa di Gloria.
Corse allegramente per le vie del pittoresco paesino in cui abitava e passando accanto all’antico mulino, si soffermò per qualche minuto ad osservare incantata, la grande ruota in movimento, finché giunse davanti alla casa di Gloria dove la sua attenzione fu catturata dalla sensazione di armonica magia che percepì osservando il vialetto d’entrata costeggiato da coloratissimi tulipani, da meravigliosi noccioli in fiore e da numerosi ciuffi di rosmarino che rilasciavano nell’aria un delicato profumo; i sassi di fiume con cui era costruita, le tegole di un rosso brillante e i davanzali delle finestre decorati con vasetti di piante aromatiche, avvolgevano la casa in un simpatico alone di mistero.
Sara fu subito accolta dal sorriso amorevole di Gloria che la invitò ad entrare, a togliersi il cappottino bagnato e ad accomodarsi nella sala accanto al camino che aveva acceso per riscaldare la casa in quella piovosa e umida giornata primaverile; l’attenzione di Sara fu subito catturata dall’imponente libreria in legno di faggio dove erano ordinatamente posti tantissimi libri e manoscritti antichi come se quel luogo fosse il prezioso custode di un misterioso sapere: un ambiente ricercato quanto insolito con ampi soffitti a trave di un bianco intenso che facevano da contrasto ai toni scuri del pregiato legno dei mobili, vasi colorati decoravano alcuni tavolini circondati da divanetti e poltroncine di colore chiaro.
Gloria invitò Sara a sedersi a tavola, dove l’attendeva una fumante vellutata di verdure raccolte dal suo orto, condita con olio, aromatizzata con spezie e servita in piatti di terracotta accompagnata da fette di pane croccante: un prezioso momento di condivisione del cibo, un concentrato di odori e sapori accompagnato dal delicato profumo delle essenze legnose di pino delle cassettiere, delle mensole e degli ampi scaffali della cucina che contenevano oliere, pentole, ciotole in terracotta, vassoi e taglieri in legno.
Terminato il delizioso pranzo, Gloria preparò una calda tisana utilizzando le piante officinali del suo orto e invitò Sara a seguirla; percorsero un lungo corridoio alla fine del quale si poteva scorgere un nuovo e magico luogo della casa, quello che Gloria definiva il suo giardino d’inverno, un tesoro da favola, ricco di piccoli segreti: insolite e curiose cassettiere ospitavano piante rampicanti, mentre poltroncine, divanetti e tavolini in ferro si alternavano con creatività ad allegre pennellate di colore dei vasi; su un lato della stanza, un grande camino riscaldava l’ambiente composto da ampie vetrate che mettevano in comunicazione l’ambiente interno con il giardino, permettendo di godere della bellezza del paesaggio.
La signora Gloria spiegò a Sara che aveva costruito quella struttura per riuscire a ricreare uno spazio personale, in cui poter godere anche d’inverno, la bellezza del panorama della splendida vallata con i suoi abeti e le sue cime innevate, rimanendo al riparo dal freddo e dalle intemperie, in un luogo caldo, accogliente e curato.
“Durante l’inverno soprattutto nelle giornate di sole, adoro fare colazione in questo spazio, che io considero il mio angolo di paradiso, irrorato dal sole che attraversa le vetrate e circondato da splendide e rigogliose piante; anche durante i pomeriggi invernali in cui nevica, è meraviglioso rimanere a leggere sul divano, accanto al calore dello scoppiettare allegro del camino e nelle fredde notti, restare in silenzio al buio, per ammirare le magiche note del cielo stellato” spiegò Gloria mentre accese qua e là qualche candela al profumo di muschio le cui fiamme, sembravano danzare armoniosamente con quelle del camino che accompagnate dal dolce ticchettio della pioggia che cadeva sulle vetrate, infondevano negli animi, un senso di gioia e serenità.
Nel frattempo Sara si era accoccolata sul divano, cullata dal lieve calore del camino e dal rumore della pioggia, mentre Gloria continuò con il suo racconto “In questo luogo per me magico, nel silenzio della sera e accompagnata dal chiarore della luna, rifletto spesso sulla condizione dell’uomo di oggi, ripenso alla saggezza degli antichi popoli e alla grande importanza che veniva data alla Natura di cui avevano grande rispetto e che spesso veniva interrogata; per i celti gli alberi erano dotati di saggezza, gli egizi e i greci, invece, consideravano gli uccelli i messaggeri degli dei: dalla consuetudine della Geomanzia, ossia l’interpretazione dei segni sul terreno praticata dagli antichi Persiani, all’astrologia, fino alle forme di divinazione attraverso i fenomeni naturali o attraverso gli animali; gli stessi Indiani d’America, prima di prendere una decisione, interrogavano la Natura utilizzandone ogni sua manifestazione. Ancora oggi utilizziamo proverbi come “Rosso di sera, bel tempo si spera” o “Cielo a pecorelle, acqua a catinelle”: la Natura, parla agli uomini in tutti i modi possibili e in ogni momento l’Universo, come il vento tra le foglie, ci sussurra dei messaggi.”
Sara era catturata e affascinata dalle quelle parole che seguiva con sguardo attento per coglierne ogni accento e ogni sfumatura, così Gloria continuò nel suo racconto spiegando a Sara che gli antichi Greci, credevano che vi fossero due tipi di destini, quello inferiore che chiamavano fato e quello superiore, moira; secondo le loro credenze tutti gli uomini possedevano il fato costituito dalle imprescindibili condizioni della loro stessa esistenza come la nascita, l’istruzione, gli amici, il lavoro, la famiglia e la moira che identificavano con la capacità di saper ascoltare il proprio cuore e la propria anima e nel riuscire, come un guerriero, ad avere il coraggio di fare le giuste scelte per se stessi, intraprendendo il proprio cammino, seguendo i propri valori e facendo ciò che è autenticamente giusto per se stessi, indipendentemente da ciò che gli altri si aspettano, a prescindere dal loro giudizio e dalle conseguenze sociali e materiali; seguire la moira significa elevarsi ad un livello di coscienza superiore per intraprendere un percorso impegnativo e a volte difficile, ma significa anche aver trovato la chiave della propria felicità, vivendo una vita autentica.
Sara ascoltava attentamente le parole di Gloria e incuriosita le chiese cosa può aiutarci a comprendere se stiamo percorrendo la strada giusta.
Gloria sorseggiò la tisana e continuò “Proprio come un faro nella notte ci illumina indicandoci la strada, allo stesso modo nella vita ci vengono in aiuto le coincidenze o i segni: potenti avvenimenti, episodi e valide guide che se osservati, compresi e interpretati correttamente hanno proprio lo scopo di indicarci la strada o qualora ci fossimo persi, di rimetterci su quella giusta.”
Poi proseguì nella spiegazione per permettere a Sara di capire meglio l’importante messaggio che Gloria desiderava arrivasse al suo cuore: “ Nell’Universo tutto vibra: le mele che sono in quel vassoio laggiù, le piante accanto a noi, i fiori in giardino, ma anche noi emettiamo delle vibrazioni e lo facciamo attraverso i nostri sentimenti e le nostre emozioni; anche quelle che vengono chiamate coincidenze, altro non sono che vibrazioni mentali che non accadono mai per caso: l’intero Universo è attraversato da infiniti e sottili fili dorati che ci consentono di essere connessi gli uni con gli altri, perciò anche quando pensiamo, emettiamo delle onde vibrazionali che cambiano di frequenza, proprio come una radio, in base al tipo di pensiero; se stiamo pensando a cose belle, ci stiamo sintonizzando con pensieri simili ai nostri e saremo più predisposti a captarli, mentre se pensiamo a cose brutte e tristi, attireremo quel tipo di pensiero. E’ come, quando per gioco, con la matita su di un foglio di carta, unisci tra di loro i punti apparentemente disordinati e casuali e poi rimani sorpresa perché quell’apparente caos ha in realtà generato una forma o una figura; accade lo stesso con quelle che noi definiamo coincidenze o casualità, ma che di casuale non hanno proprio nulla, sono anzi quegli stessi puntini su quel foglio bianco di carta che, osservati in modo distratto e disattento non hanno alcun senso, ma che uniti gli uni agli altri, danno forma ad un preciso disegno. Le coincidenze e tutto ciò che riuscirai a captare utilizzando la tua innata intuizione, non saranno altro che ponti in sentieri di collegamento verso una nuova dimensione di consapevolezza che ti consentirà di far nascere, sviluppare ed evolvere la parte più autentica e creativa di te stessa e di fare meravigliose scoperte nell’intimo mondo interiore dell’anima.”
Le coincidenze sono cartelli stradali attraverso cui la moira ci indica, nel momento più opportuno per noi, la giusta direzione per poter arrivare all’autenticità della nostra esistenza, seguendo, a livelli superiori di coscienza, la strada della propria verità.
Si era ormai fatto tardi e Sara dovette salutare Gloria e incamminarsi verso casa ma con la certezza che si sarebbero viste presto e avrebbero parlato ancora a lungo di altri importanti misteri dell’esistenza.
Nel frattempo la pioggia battente aveva lasciato il posto ad uno splendido tramonto, che accompagnando dolcemente il riposo del sole calante dietro le alte cime, sembrava voler ricordare l’incontro con altri mondi.