Categories Il magico mondo di Sara

Il castello magico

Il castello magico

In quella mattina d’autunno, la natura sembrava essersi dissolta in una fittissima nebbia, avvolgendo con delicatezza in un alone di mistero, l’antico castello che arroccato su una roccia di tufo, dominava impetuoso il borgo di piccole case.

Era da tempo che Sara desiderava entrare nel castello e quella mattina decise di farlo: corse allegramente tra le colline boscose che circondavano la vallata fino ad arrivare ad una ripida strada lastricata di antiche pietre dove vide con stupore che il ponte levatoio era abbassato, così fece un gran respiro, prese coraggio ed entrò; il castello era formato da alti bastioni, il cui perimetro di forma quadrilatera era delimitato da quattro alte torri circolari.

L’ingresso principale era composto da un imponente portone, varcato il quale Sara trovò davanti a sé un androne dal quale si accedeva ad una corte. Questa era composta da ciottoli ed erba e al centro era posto un antico pozzo che si fermò ad osservare immaginando quante storie meravigliose fossero accadute negli anni passati in quel luogo abbandonato.

Oltre il cortile, si intravedevano grandi vetrate che davano accesso ad immense sale con grandi lampadari di cristallo e sontuosi mobili in legno finemente lavorati; poco più in là scorse una piccola porta leggermente socchiusa, la aprì ed entrò, attraversò un lungo corridoio che la condusse in un ampio salone con un grande camino, un lunghissimo tavolo da pranzo, sontuose sedie e, appesi al muro, dipinti con cornici d’oro; alla sua destra vide una grande scalinata che conduceva al piano superiore, dove trovò altre stanze piene di antichi specchi e uno di questi attirò la sua attenzione.

Si fermò ad osservarlo e fu in quel momento che sentì una voce “Stai osservando la tua immagine o riesci a vedere oltre?”

Sara sgranò gli occhi spaventata, ma lo specchio continuò: “Non avere paura di me, sono qui per rivelarti qualcosa di magico.”

Sara si calmò e con una voce fioca chiese allo specchio cosa intendesse dirle.

“Cara Sara, io non mi limito a riflettere la tua immagine” e sussurrando aggiunse “esistono due tipi di specchi: quello fisico e quello interiore; in quello fisico ci specchiamo per vedere la nostra immagine, mentre in quello interiore (in quello dell’anima) esiste un’intera stanza di specchi, poiché è qui che si trovano l’introspezione e la consapevolezza”.

Sara era affascinata e chiese con gentilezza in cosa consistesse lo specchio interiore.

Lo specchio, contento nel vedere tanto interesse, iniziò a spiegare, con voce squillante, che esistono diversi specchi interiori, uno di questi serve per mostrarci che dentro di noi abbiamo tutte le risorse per affrontare le difficoltà che incontreremo lungo il cammino della nostra vita; infatti tutte le difficoltà che incontriamo sono prove e nel superarle, possiamo constatare (come fosse un riflesso allo specchio) la nostra forza e il nostro grado di maturità. Tutto ciò che accade nella vita, qualunque evento o persona che si incontra lungo il proprio percorso, rappresenta un’esperienza che la nostra anima deve fare; ciò che dobbiamo vedere in questo altro specchio è la comprensione che tutto è così come deve essere, un invito a comprendere senza aggiungere alcun giudizio.

Con lo sguardo incuriosito, Sara chiese allo specchio di continuare a spiegare il significato e l’importanza degli specchi interiori.

Lo specchio accolse con grande entusiasmo la richiesta e continuò: “Esiste poi uno specchio che ci mostra, attraverso ciò che osserviamo sugli altri, ciò che siamo noi: se qualcosa che vediamo in un altro ci infastidisce, è probabile che quella cosa l’abbiamo dentro di noi; in questo caso sono gli altri a farci da specchio. Uno specchio simile al precedente è invece  quello che ci mostra, attraverso atteggiamenti che osserviamo verso gli altri, i pregiudizi che abbiamo nei loro confronti” e poi aggiunse “anche la relazione con una persona che abbiamo accanto può rappresentare uno specchio se, quando la guardiamo negli occhi, accade qualcosa di magico, ci sentiamo amati e stiamo bene: è lo specchio di ciò che ci manca, che abbiamo ritrovato e che abbiamo desiderato. Esiste poi uno specchio che ci mostra, attraverso gli altri, le nostre convinzioni interiori: il modo in cui viviamo le relazioni con le persone, con le situazioni della vita o con le cose, sono il riflesso di ciò che abbiamo dentro e rappresentano quindi le nostre convinzioni interiori”.

 

A Sara brillavano gli occhi dalla felicità per aver compreso il senso profondo del messaggio che le era stato donato.

“Questi concetti ti serviranno molto nella vita” disse lo specchio e aggiunse “ tienili sempre presenti durante i prossimi anni; continua a specchiarti, in questo modo crescerà la tua consapevolezza e vivrai con pienezza la tua preziosa realtà interiore. Se riuscirai a specchiarti veramente nella tua anima, crescerai con una grande consapevolezza e sarai autentica, senza necessità d’indossare delle maschere”.

“Maschere?” disse Sara, con uno sguardo perplesso.

“Sì maschere” replicò lo specchio “viviamo in un mondo pieno di maschere; la gente si è abituata a recitare un preciso ruolo, vivendo ogni giorno in una sorta di commedia della propria esistenza”.

“Perché è così difficile mostrarsi per ciò che si è?” chiese Sara.

“Cara Sara, questo accade perché serve molto coraggio per esprimere la propria verità, rimanendo coerenti con i propri valori; per dire ciò che si pensa, occorre il coraggio di superare la paura di essere esclusi, giudicati e di rimanere soli. Quando si toglie la maschera, si diventa liberi e autentici senza alcun timore del giudizio altrui, senza paura di restare soli o di non essere capiti. Il vero coraggio consiste nell’essere come siamo, nell’esprimerci per ciò che realmente pensiamo, senza maschere”.

Sara sarebbe rimasta per ore ad ascoltare questi importanti insegnamenti, ma il sole stava calando dietro le montagne e la nebbia si stava facendo sempre più fitta, così lo specchio magico la esortò a fare rientro a casa; le disse di riflettere e di tornare a fargli visita, perché aveva ancora tante storie da raccontarle.

Sara ubbidì, ringraziò e salutò lo specchio in modo educato e si incamminò verso casa, ripensando a quello strano incontro e a tutte le parole che aveva udito in quell’insolito pomeriggio.

 

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