Categories Il magico mondo di Sara

Il pupazzo di neve

Il pupazzo di neve

La mattina seguente Sara fu svegliata da un delicato raggio di sole che, entrando dalla finestra, le diede il buongiorno, insieme al cinguettare felice di alcuni piccoli pettirossi che si erano dolcemente fermati sul davanzale per godersi il calore del primo sole del mattino.

Quella notte aveva fatto sogni incantati, ricordando le parole della fatina del fuoco.

Svegliandosi, con la gioia nel cuore, scese velocemente dal suo caldo e morbido lettino, indossò un’avvolgente vestaglia e soffici pantofole di lana e corse subito alla finestra per ammirare il paesaggio innevato: il sole faceva brillare come un diamante la neve ghiacciata che si era delicatamente adagiata sui tetti delle case ridisegnando i profili delle staccionate e, come batufoli di cotone, si era appoggiata delicatamente sui rami spogli degli alberi aggrappandosi alle fessure delle cortecce dei tronchi, sulle pigne dei verdi abeti e sulle rosse e tonde bacche dei cespugli di agrifoglio, in precario equilibrio.

Il paesaggio sembrava finto per quanto era bello, una meraviglia per gli occhi: casette in pietra appoggiate sul lato della montagna formavano un paesino immerso nei boschi, attraversato da stradine e ruscelli di acqua ghiacciata, collegati tra loro da ponticelli di legno; un antico mulino ad acqua faceva da sfondo al fiabesco paesaggio.

Una profumata colazione attendeva Sara accanto all’allegro scoppiettare delle fiamme nel camino: una tovaglia color rosso faceva da sfondo ad un piatto finemente decorato con deliziosi biscottini alla cannella, dolcetti con canditi e uva passa ancora caldi e una colorata tazza di tè al profumo di spezie e miele. Terminata la colazione, corse frettolosamente a vestirsi con un caldo cappottino e un soffice capello di lana per raggiungere il suo amico Peter che l’attendeva nel vialetto per costruire insieme il pupazzo di neve, dopo l’abbondante nevicata del giorno precedente.

Insieme Sara e Peter si divertirono per ore nel dare forma ad un simpatico pupazzo: due bottoni per gli occhi, una grande carota per il naso, un pezzo di stoffa rossa per dare forma alla bocca, sulla testa un cappello di lana, una sciarpa intorno al collo e una scopa infilata nel braccio, rendevano quel pupazzo una vera meraviglia!

Terminato il pupazzo Peter e Sara iniziarono a giocare nella neve, rincorrendosi allegramente nel vialetto tra una palla di neve e l’altra quando, all’improvviso, udirono una voce allegra “Osservate bambini il silenzio che dona la neve” esclamò il pupazzo, “Come il tempo sembra essersi fermato per conservare, sotto alla neve, come una candida coperta, il sonno del bosco fino alla primavera; sapete cosa ci sta insegnando la natura?”

Peter e Sara rimasero per qualche istante in silenzio, poi sorridendo gridarono in coro “Spiegaci meglio pupazzo!”

“La natura ci sta insegnando a vivere nel momento presente, senza pensare a ciò che è passato o a ciò che accadrà” esclamò il pupazzo con voce squillante e proseguì “Il passato e il futuro sono tempi inesistenti: l’uno è già passato e l’altro deve ancora accadere, perciò l’unico momento esistente è quello attuale! La natura con i suoi ritmi, ce lo insegna ogni giorno”.

“Cosa significa vivere nel momento presente?” chiese Sara perplessa.

“Vivere nel momento presente significa non essere intrappolati nel passato o nel futuro, ma essere consapevoli di tutto ciò che ci accade intorno vivendo pienamente ogni stato d’animo: se si è tristi, viverlo senza cercare di respingerlo o di sfuggirvi e, se invece si è felici e gioiosi, cercare di far durare il più possibile quelle belle sensazioni senza farsi distrarre da inutili pensieri; solo così si può raggiungere la serenità. Il passato dovrebbe essere per noi solamente una risorsa preziosa che abbiamo a disposizione per non commettere più volte lo stesso sbaglio, facendoci così rimanere nella giusta direzione, mentre si dovrebbe pensare al futuro solo in funzione di ciò che si desidera progettare o realizzare di nuovo per la propria vita”.

“Cari bambini” aggiunse il pupazzo “Non vi dovete stupire se domani non mi troverete più qui, quando il sole mi scalderà, mi scioglierò e tornerò ad essere acqua, finirò dapprima in un ruscello, quello vicino al vecchio mulino dove giocate spesso durante i soleggiati pomeriggi primaverili con le vostre barchette di carta, poi correrò allegramente in un torrente o in un fiume per poi finire in mare dove vi tornerò a fare compagnia mentre giocherete spensierati tra le onde. Ricordatevi che tutto quello che ha fatto parte della nostra vita, che ci ha donato gioia e amore, che sia stato per pochi istanti o per tutto il corso della nostra esistenza, rimane sempre con noi, come l’acqua in cui mi trasformerò.”

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