Categories Il magico mondo di Sara

L’albero parlante

L’albero parlante

Si narrava che a lato del bosco vi fosse un magico albero di albicocche che aveva il dono, all’alba e al tramonto, di parlare ed emettere una meravigliosa sinfonia musicale. Lo si riconosceva perché le sue radici erano cresciute in una sorta di piccola isola e tutt’attorno si era formato, negli anni, uno splendido lago naturale di acqua limpidissima dove vivevano simpatiche tartarughe d’acqua e moltissimi pesciolini dalle mille sfumature.

Sara era molto incuriosita da quella legenda che aveva sentito raccontare più volte e in quel soleggiato pomeriggio di fine maggio si incamminò verso il bosco in compagnia del suo amico Peter per scoprire dove fosse quella magia della natura.

Accompagnati da un profumato e leggero venticello e dal festoso canto degli uccellini, camminarono per molto tempo seguendo il ruscello e giocando a rincorrersi: il cielo di un intenso colore blu e la vallata colma di fiori coloratissimi ed erba di un intenso verde dipingevano un paesaggio da favola; i raggi del sole che si riflettevano tra le foglie degli alberi sembravano formare piccoli e coloratissimi prismi di cristallo dalle mille sfaccettature.

Dopo aver camminato per circa un’ora, Sara e Peter si trovarono ad un bivio: una stradina di terra scendeva lungo una vallata e l’altra formata da ciottoli di fiume, proseguiva in alto verso la collina. Esitarono per qualche minuto in silenzio e poi decisero di proseguire lungo la strada che conduceva nella parte alta della collina; la strada era ripida e tortuosa e ai lati scorreva un piccolo fiumiciattolo di acqua freschissima che  Sara e Peter si fermarono a bere quando all’improvviso arrivarono due simpatiche tortorine bianche che si posarono vicino al rigagnolo d’acqua, si bagnarono per rinfrescarsi e poi attesero che i bambini riprendessero il cammino per accompagnarli dal magico albero parlante.

Camminarono insieme per un lungo tratto in salita finché la strada si fece più dolce, il sentiero iniziò ad essere formato da finissimi ciottoli colorati e sentendo provenire da lontano una bellissima melodia, scorsero un ampio lago al centro del quale, su una piccola isola raggiungibile da una passerella naturale formata da tronchi, si ergeva un bellissimo albero dai lunghi e grandi rami.

Sara e Peter rimasero per qualche minuto in completo silenzio, mentre le due tortorine si andarono a posare sui rami dell’albero e invitarono i bambini a raggiungerle; arrivati vicino a quel meraviglioso albero, dapprima si fermarono qualche istante ad ammirare l’acqua del lago dove videro tantissimi piccoli pesciolini dai colori più variegati e numerose tartarughe d’acqua distese comodamente sui lati per godersi gli ultimi caldi raggi di sole di quella giornata e poi osservarono stupiti la bellezza dell’albero di albicocche: rami sottili e leggermente contorti formavano una folta chioma ad ombrello piena di sottilissime foglioline lisce dalle punte acuminate e tantissimi fiori bianchi e rosa.

“Non abbiate paura di me bambini, avvicinatevi senza timori” esclamò l’albero e continuò “Sono un albero parlante, ho ricevuto questo dono per portare la mia saggezza a tutti gli esseri viventi che mi vengono a fare compagnia e che desiderano ascoltare le mie parole”.

Sara e Peter rimasero in silenzio contemplando con stupore quel meraviglioso albero e gli chiesero gentilmente di spigare cosa intendesse per paura.

L’albicocco era talmente felice di poter parlare con dei bambini così intelligentemente curiosi che, attraverso le vibrazioni delle foglie, dapprima intonò una meravigliosa musica e poi iniziò a spiegare che la maggior parte delle persone prova un senso di paura verso accadimenti che sono al di fuori di noi e che non possono essere controllati come la paura d’invecchiare, di ammalarci, di perdere le persone a noi care e molto spesso per soffocare questo senso di impotenza, ci aggrappiamo ai beni materiali che possediamo; tuttavia soffocare e seppellire le nostre ansie non allevia le nostre paure che continueranno a riaffiorare. Per liberarci dalla paura non dobbiamo fuggire da essa, reprimerla o ignorarla, ma al contrario occorre riconoscerla, invitarla a riaffiorare nella nostra coscienza e senza giudizio, osservarla limitandoci a riconoscere che esiste, accoglierla, abbracciarla ed osservare la causa delle sue radici in profondità.

Se ad esempio ci preoccupiamo eccessivamente di quello che gli altri pensano di noi, di perdere il rispetto o di essere rifiutati delle persone che amiamo è perché abbiamo paura che gli altri non ci accettino e dunque di rimanere soli.  Spesso ci sminuiamo nei confronti di altre persone che pensiamo abbiano qualità che noi non possediamo, crediamo di non essere abbastanza bravi per riuscire a realizzare il nostro sogno e questa paura ci blocca; se invece proseguiamo con tenacia nel nostro sogno, le nostre paure si dissolveranno davanti ai nostri occhi e riusciremo a realizzare ciò che ci rende felici. Quando abbiamo paura di non essere abbastanza belli ci dimentichiamo che la vita ci ha donato un corpo che è perfetto per la nostra missione in questa vita e quando ci rendiamo conto di questo, non avremo più paura di non essere ciò che siamo ma al contrario saremo grati alla vita.

Possiamo quindi trasformare le nostre paure anche solo vivendo nell’unico momento esistente, nel momento presente: è la paura che ci fa restare attaccati al passato o che ci fa preoccupare eccessivamente del futuro, mentre se impariamo ad osservarci nel momento presente e viverlo con pienezza, ci accorgeremo che in questo momento stiamo bene, siamo vivi e respiriamo questo meraviglioso momento della giornata al tramonto, ascoltando il canto degli uccellini ed ammirando la bellezza del cielo.

Vivere nel momento presente con consapevolezza ci consente ugualmente di portare il passato nel momento presente, di osservarlo con profondità ma con altrettanto distacco, come fosse una sequenza di fotogrammi di un film che non è più reale perché non appartiene al presente; allo stesso modo si può fare con il futuro portandolo nel presente, gettandovi uno sguardo per fare nuovi progetti e futuri programmi ma senza sentirsi preda di ansie, paure o incertezze. In questo modo saremo liberi dalle paure perché capaci di non perderci più in timori o preoccupazioni passate o future.

La quasi totalità delle persone pensano che le paure nascano solo da cause che riguardano sé stessi, ignorando che molte delle nostre angosce derivano invece da ciò che ci è stato trasmesso dai nostri antenati che hanno affrontato i pericoli della guerra, che hanno conosciuto la disperazione e sofferto la fame. Così come nella coscienza di tutti coloro con cui siamo venuti a contatto durante la nostra esistenza, allo stesso modo questi sentimenti sono arrivati sino a noi attraverso il patrimonio genetico contenuto nelle cellule del nostro corpo e lo stesso avverrà con i nostri discendenti.

Sara e Peter erano incantati dalle parole di quel magico albero, tuttavia non compresero cosa intendesse dire l’albicocco con questa sua ultima frase e gli chiesero di spiegarsi meglio.

Scuotendo simpaticamente i rami ed emettendo una bellissima vibrazione musicale di contentezza nel vedere tanto interesse da parte dei bambini, riprese fiato e continuò “Osservate i miei rami colmi di fiori?” I bambini annuirono con la testa e l’albero proseguì “Ogni mio fiore si trasformerà presto in un succoso e colorato frutto di albicocca ed ogni frutto conterrà al suo interno un nocciolo e ogni nocciolo se piantato darà alla luce una nuova pianta di albicocche; ciò significa che in ogni nocciolo è contenuto un numero infinito di alberi e dunque un’antica e saggia intelligenza che gli consente di sapere come diventare un albero di albicocche, come crescere, produrre le foglie, i fiori e i frutti. Tutto questo avviene perché ha ricevuto le informazioni necessarie attraverso centinaia di anni e un gran numero di generazioni precedenti di alberi di albicocche. Anche voi bambini siete uguali a noi piante: avete ereditato dai vostri antenati la saggezza e l’intelligenza necessarie che vi permettono di diventare esseri umani completi; attraverso l’educazione che ricevete dai vostri genitori e gli insegnamenti dalle vostre maestre a scuola, trasformate la natura che avete ereditato dai vostri antenati per esprimervi in questa vita attraverso le vostre attitudini o i vostri talenti. La gratitudine e l’amore potenziano le aree della vita, la paura e il senso di colpa le restringono; cercate di prestare sempre attenzione verso ciò che vi circonda, al cielo, alle nuvole, al sole, alle foglie degli alberi, ai fiori, alla pioggia e ad ogni straordinaria manifestazione che la natura vi regala costantemente e osservandola in profondità vi accorgerete che la paura svanirà e tornerete ad abbracciare la gioia della vita.

Nel momento in cui noi permettiamo a noi stessi di non limitarci, ci diamo il permesso di brillare. Viviamo in una società dove c’è tanta paura e sofferenza, ma se alzate gli occhi vedrete un infinito cielo azzurro, che in questo momento della giornata al calar del sole, si sta dipingendo di rosso, all’alba ci dona nuovi colori, altre volte si mostra solo per metà e per l’altra gioca a “nascondino” dietro alle nuvole, altre volte si riempie di nubi scure e minacciose per preannunciare una forte pioggia, altre ancora si nasconde dietro ad una fitta nebbia; sotto le bianche nuvole, la nebbia e le scure nubi, vi è però sempre un cielo azzurro”.

Il sole era ormai calato dietro alle montagne, tutti gli abitanti del bosco, compresi  i pesciolini e le tartarughe del lago, si stavano preparando per il sonno ristoratore della notte e l’albicocco invitò i bambini a far ritorno nelle proprie case con la promessa che alle prime luci del mattino sarebbero tornati a fargli visita; Peter e Sara ringraziarono e salutarono l’albero parlante, attraversarono il ponticello di legno e con le ultime luci del giorno si avviarono allegramente verso casa.

 

 

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